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30 luglio 2015

La Francia degli Châteu Grand Crus Classés










Che si fa quando si ha una sorella che vive in Francia?
Si cerca di andare a trovarla tutte le volte che è possibile....ma quando la casa è nel cuore del Grand Crus Classés Bordolese....si prende la macchina e si fanno i 1500 km che mi separano da quella terra meravigliosa, dove il vino non è un prodotto è un modo di essere e di vivere.

Ma quale dei 16 Grand Crus visitare?

La scelta è caduta su Château Carbonnieux






e Château Bouscaut




Le due gentili signorine che ci hanno accompagnato in questa straordinaria esperienza sono molto giovani, la prima è un'agronoma che ci ha fatto visitare le vigne e spiegato come sono curate, l'altra un enologo che invece ha approfondito molto di più le caratteristiche del vino e le sensazioni che si possono avere degustandolo.



Oggi le due cantine sono tranquille, visto il periodo non si è ancora nel clou della lavorazione, il fermento comincerà a settembre con l'inzio della vendemmia che viene fatta rigorosamente a mano.
Vendemmia resa ancora più faticosa dall'altezza delle vigne non + di 1 mt.



Ma andiamo per gradi, alcune nozioni tecnico-storiche-geografiche

Château - nonostante il suo significato in Francese sia “castello”, quando utilizzato nel vino non ha nessun legame con le suggestive e imponenti costruzioni medievali. Uno Château è un'azienda vitivinicola che produce vino ed è prevalentemente utilizzato nella zona di Bordeaux. Il termine è sempre seguito dal nome specifico dell'azienda.

Grand Crus Classés - Il termine è utilizzato prevalentemente nei vini di Bordeaux. Nella zona di Saint-Émilion indica il secondo livello di classificazione, mentre nella zone di Médoc e Sauternes indica un vino che appartiene ad una categoria di classificazione compresa fra la seconda e la quinta.
    
Bordeaux costituisce la zona di denominazione di origine più vasta della Francia oltre ad essere fra le più famose. La zona si trova nella parte occidentale della Francia e gode di un particolare clima temperato prodotto dalla vicinanza con l'oceano Atlantico e dall'estuario della Gironda, le cui rive sono riccamente coltivate a vigneti. La zona di Bordeaux prevede oltre 50 AOC, comprese fra AOC regionali e comunali. Il Médoc, situato fra l'oceano Atlantico e la Gironda, prevede due AOC regionali, il Médoc e Haut-Médoc che a sua volta comprende sei AOC comunali (Saint-Estèphe, Pauillac, Saint-Julien, Listrac-Médoc, Moulis en Médoc e Margaux). I vini prodotti nel Médoc e nell'Haut-Médoc sono tutti rossi e sono i più celebri di tutta la zona, ma certamente non sono gli unici. La zona delle Graves produce sia vini bianchi che rossi e si trova a sud, subito dopo il Médoc. Da qualche anno, la zona nord-orientale delle Graves è stata riconosciuta con una denominazione propria: Pessac-Léognan.
Un'altra celebre e importante zona di denominazione di Bordeaux è Sauternes/Barsac, famosa per i suoi vini dolci e complessi prodotti con uve attaccate dalla muffa nobile (Botrytis Cinerea). Altre zone che producono vini simili sono Cérons, Cadillac, Loupiac, e Sainte-Croix-du-Mont. Nella zona di Entre-Deux-Mers, situata fra i fiumi Garonna e Dordogna, si producono vini bianchi da uve Sémillon e Sauvignon Blanc. Un'altra zona di sicuro interesse di Bordeaux è il Libournais che comprende le zone di Saint-Émilion, Pomerol e Fronsac.

Il vino principale prodotto a Bordeaux è quello rosso ottenuto in genere da uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, in proporzioni diverse a seconda della zona.
Le uve bianche di questa zona sono il Sémillon, Sauvignon Blanc, Muscadelle, Colombard e Ugni Blanc. 

Le uve rosse che hanno reso celebre la zona e hanno dato luogo al cosiddetto uvaggio bordolese, sono il Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. 
Altre uve rosse coltivate nella zona sono il Malbec o Côt, Petit Verdot e Carmenère, divenuto oramai piuttosto raro.

Principali AOC: bianchi: Sauternes et Barsac (Sémillon, Sauvignon Blanc, Muscadelle), Cérons, Cadillac, Loupiac, Sainte-Croix-de-Mont(stesse uve del Sauternes) Entre-Deux-Mers (Sémillon, Sauvignon Blanc) rossi: Médoc, Haut-Médoc (sottozone: Saint-Estèphe, Pauillac, Saint-Julien, Listrac-Médoc, Moulis en Médoc, Margaux) Graves, Pessac-Léognan, Libournais (sottozone: Saint-Émilion, Pomerol, Fronsac et Canon-Fronsac) (Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Malbec in proporzioni diverse)

Chateau Carbonniuex




Fondato nel 13 ° secolo dai monaci benedettini di Sainte-Croix Abbey, Château Carbonnieux è una delle più antiche proprietà nella regione di Bordeaux. Nel 1956, Marc Perrin ha acquistato il castello, che è diventato un Crus Classé nel 1959, per i suoi vini rossi e bianchi. Oggi, Eric e Filiberto, i nipoti, hanno ereditato la tenuta, continuando il notevole lavoro del padre Antonio. 
Ubicato all'interno della denominazione Pessac-Léognan, questo prestigioso territorio ha una conformazione morfologia composta da ghiaia e sabbia, che rendono il terreno naturalmente drenato.

Grazie alle straordinarie caratteristiche del territorio, nel 1959 Château Carbonnieux è stato classificato all'interno della denominazione Pessac-Léognan, sia per il rosso sia e per i vini bianchi. Oggi la tenuta si estende per 170 ettari di terreno alle porte di Bordeaux, di cui 92 ettari di vigneti adiacenti, con uguali quantità di varietà rosse e bianche.








Chateau Bouscaut

I vigneti di Bouscaut esistevano fin dal XVII secolo sul territorio della città di Cadaujac nel Pessac-Léognan nord di Graves. La famiglia Chabanneaux acquistò la proprietà alla fine del XIX secolo
Nel 1925 Victor Place e il conte Rivaud diventano i proprietari e si impegnano a ridare lustro a tutto il vigneto con l'introduzione del drenaggio, l'elevazione della csotruzione, l'aggiunta di una torre e la ristrutturazione delle cantine. Un nuovo piano del parco è stato progettato nel 1920. 
Negli anni Trenta, la vigna è citata come un modello da seguire dalla Camera dell'Agricoltura Fancese.  
Dopo numerose medaglie vinte, il vino trova la sua consacrazione nel 1953 con l'ambito titolo di Crus Classés de Graves per i suoi vini bianchi e rossi.
Nel 1961, un incendio distrusse completamente il castello, le cantine furono risparmiate. La proprietà dello Chateau passò di mano in mano fino al 1992 quando Sophie Lurton acquistò la proprietà, oggi, gestita insieme al marito Laurent Cogombles.

L'età media delle viti è elevata (27 anni per i vini rossi, 32 per vitigni bianchi). 


Sapete l'assaggio di questi vini non è solo apprezzare qualcosa di buono, è un modo di condivere l'amore spassionato che i Bordolesi hanno per la loro terra, l'orgoglio con cui ogni giorno lavorano.



Una considerazione doverosa, per capire la filosofia francese del vino, va fatta appunto sui grandi numeri. Grandi numeri significa anche un solo imbottigliamento, e un solo imbottigliamento da vita a vini tutti uguali tra di loro. Poi, in base alla qualità dell’intera produzione, si decide il prezzo della massa. Ecco perché alcuni anni il prezzo dello stesso vino è più basso, altri più elevato.
Altra fortissima nota distintiva di una regione come Bordeaux risiede nel grandissimo know how sul vino che si è formato e tramandato di generazione in generazione. Anche grazie al contributo di due fondamentali personaggi che hanno partecipato a creare il mito e la storia di Bordeaux in Francia e nel mondo: Michel Rolland con la mania per l’ossigenazione dei vini, e Robert Parker per aver scritto volumi e volumi su Bordeaux. Questa Cultura del vino si tramanda sempre uguale da decenni e il vino si fa sempre nella stessa maniera, non esistono discussioni circa metodi o strumenti differenti.

In questa terra dove i romani coltivavano la vite già dal primo secolo avanti Cristo (“Vitis Viturica” perché di origine selvatica) nascono vini con caratteristiche organolettiche particolari e del tutto differenti da quelle dei vini di casa nostra. Le note sono di fieno, erbacee, rare nei vitigni italiani, ed anche per questo motivo noi li capiamo poco, abituati come siamo a vino più morbidi, più rotondi, spesso più “furbamente piaciosi”. Le rese basse poi però eliminano l’aspetto erbaceo del vino, rendendo il prodotto più piacevole. Più importanti sono i vini, meno si sentono le sensazioni erbacee.
Chiudo ricordando che i francesi sono differenti da noi italiani anche nella degustazione del vino. In Bordeaux i bianchi si bevono dopo i rossi anche perché si tratta spesso di vini bianchi importanti, strutturati, corposi.


E' difficile dire cosa mi abbia colpito di più in questo tour.
Se la bellezza degli Chateau, un vero e proprio patrimonio storico, le vigne in fila come piccoli soldatini, la degustazione del vino.

Ogni singola vigna traspira la fatica e l'amore che i bordolesi ci metto nel loro lavoro.
Forse la cosa che più mi ha sorpreso è l'entusiasmo delle nostre giovani accompagnatrici.
Negli loro occhi si leggevano l'orgoglio, le emozioni e la consapevolezza di far parte di qualcosa di grande.

Un'ultima curiosità, in Francia ogni bottiglia ha un suo nome in base alla grandezza.




L'assaggio di un calice di Bordeaux è un'esperienza di vita 

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2 luglio 2015

L’abito fa il monaco … La tovaglia veste la tavola





La tovaglia rappresenta fin dall’antichità un segno di decoro ed eleganza per la mise en place della tavola e da sempre le appartiene una doppia valenza simbolica e funzionale.
Le prime tovaglie utilizzate erano pesanti tappeti il cui spessore assolveva la funzione di assorbire i liquidi, mentre le più raffinate facevano parte dei paramenti religiosi ed erano utilizzate per vestire gli altari durante le celebrazioni.
Con l’evolversi dei costumi, la tovaglia da tavola diviene bella e preziosa, elemento distintivo di tutte le occasioni importanti.
Tra il ‘400 e il ‘500 la tovaglia entra nella vita quotidiana delle famiglie più agiate e nei corredi nuziali non mancavano le “perugine”, tovaglie bianche bordate di tessuto blu.

Nel ‘500 divenne usuale inserire ricami e decorazioni, nel secolo successivo si imposero invece i tovagliati ornati di merletti.
In epoca Barocca tessuti damascati e pizzi venivano sovrapposti a drappi colorati. Dalla fine del ‘700 si tornò alle tovaglie bianche, lisce e lunghe fino a terra.

Vogliamo vedere insieme alcune regolette per come vestire oggi le nostre tavole in modo impeccabile?
Prima di scegliere il tovagliato, è importante ricoprire la tavola con un mollettone, tessuto che oltre a proteggere il vostro tavolo, conferisce morbidezza alla tovaglia, migliorando l’impatto estetico dell’insieme. Altro vantaggio è quello di ridurre il rumore delle stoviglie e di quanto viene posato sul tavolo ed impedisce loro di scivolare, inoltre può assorbire eventuali liquidi versati accidentalmente.

La biancheria dovrà essere innanzitutto perfettamente pulita, ben stirata e distesa sulla superficie del tavolo, consigliabile effettuare una stiratura prima di porla sul tavolo onde poter eliminare totalmente qualsiasi segno delle piegature effettuate per riporla nel guardaroba (evitate di ripassare la tovaglia piegata con il ferro caldo, sarà infatti molto più difficoltoso eliminarne i segni).



La tovaglia deve ricadere in modo uniforme lungo tutto il perimetro della tavola. Le cadute dovrebbero misurare minimo 30 centimetri, la lunghezza ideale della tovaglia deve sfiorare terra, senza tuttavia toccarne il pavimento.



Una tovaglia troppo corta dà senso di inadeguatezza e di povertà, rischiando di rovinare la resa della tavola, anche se le decorazioni sono eleganti ed il vasellame e la posateria raffinate.

Evitate di utilizzare appretti e profumazioni, in quanto il profumo potrebbe disturbare i commensali durante il pasto.

Il tovagliato dovrebbe seguire sempre la forma del tavolo. E’ possibile però sovrapporre differenti formati potendo disporre di capi preziosi e magari antichi. Ad un tavolo rettangolare con un sotto tovaglia della medesima forma con le cadute corrette si può posizionare una tovaglia ovale, su di un tavolo rotondo un quadrato e su di un quadrato una tovaglia tonda.

Il sotto tovaglia è necessario utilizzando tovaglie intagliate o in pizzo.

Banditi i tessuti sintetici e plastificati decisamente poco raffinati e non gradevoli al tatto.

Il tipo di tessuto, la trama ed il colore potranno essere scelti in base ai propri gusti, ma ponendo sempre la massima attenzione all’equilibrio di insieme. E’ necessario tenere presente l’ambiente, la tipologia di vasellame utilizzato e non ultimo il tono dell’invito.

Occasioni formali – must è lo stile classico. Se avete un prezioso corredo di famiglia è l’occasione ideale per sfoggiarlo. Prediligete tessuti delicati come fiandra, lino, impreziositi da pizzi, ricami ed intagli e preferibilmente bianco.

Occasioni informali (cene tra amici) – Tovaglia in lino o cotone che potrà essere anche colorata in tinta unita in toni delicati ed equilibrati ai colori delle stoviglie utilizzate.



Tavola estiva all’aperto – scegliete un tessuto fresco di cotone o lino anche a tramatura grossa, riprendete i colori della natura che vi circonda come il giallo del sole, il verde della vegetazione o il blu del mare, facendo sempre attenzione che  tutto si armonizzi con piatti e bicchieri utilizzati.



Cena etnica o a tema – sbizzarritevi con tessuti indiani, canapa grezza, patchwork sudamericani, lasciatevi guidare dalla fantasia.

Qualche ultimo suggerimento …

Con un tavolo di vetro utilizzate sempre la tovaglia onde evitare che si vedano gambe ed estremità
dei commensali

Tovagliette all’americana utilizzate solo se il tavolo è bello ed in perfetto ordine, solo per inviti
informali e mai alla sera. Dovranno essere di ottima fattura e in tessuto con coordinato il tovagliolo.
Se il tavolo è ovale le tovagliette dovranno mantenere la medesima forma.

Runner, sono strisce di tessuto larghe circa 50 centimetri e lunghe 120 – 140 che si posizionano da un lato all’altro del tavolo. Possono essere utilizzate sopra alla tovaglia o in alternativa ad essa, purché il tavolo sia rettangolare ed i commensali, in numero pari, siedano tutti lungo i lati lunghi. Potrà essere utilizzato nel senso della lunghezza del tavolo come tramezza decorativa.

Stirate le vostre tovaglie per esteso e non ribattetene con il ferro le piegature. Sarà più semplice
eliminare le tracce delle pieghe.

La corretta piegatura di una tovaglia rotonda: portare i bordi verso il centro, formando un quadrato, ripiegare a metà e poi ancora a metà. Questo eviterà la formazione dell’antiestetico rilievo centrale che si forma con la piegatura a spicchi.

Se utilizzate una tovaglia in pizzo traforato o ricamo intagliato, stendete una sotto tovaglia che
riprenda il colore del servizio di piatti o del sottopiatto.

Ed infine ricordate di andare a rovistare nei bauli delle nonne … spesso contengono preziosi tesori per le vostre tavole!

Anna Ubaldeschi
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